NARCISISMO:

non solo bellezza

 

Una certa quantità di amor proprio è sana e giusta per un'equilibrata autostima, ma alcune persone possono avere dei comportamenti troppo egocentrici, possono sfruttare troppo gli altri per i propri vantaggi personali, essere incapaci di accettare le critiche e non sopportare di essere messi in discussione.

Può capitare di imbattersi in persone sbrigative e poco pazienti, che non hanno alcuna intenzione di rispettare la fila alla posta, negli uffici, al supermercato... che si sentono più importanti degli altri o in diritto di scavalcare la fila.

Se osserviamo un adolescente che si pettina allo specchio trascorrendo quasi un'ora a sistemarsi i capelli, potrà sembrarci “normale” tale vanità, considerando la fase del ciclo vitale di quel ragazzo che è nel pieno della sua adolescenza. Se al contrario vedessimo una donna sulla trentina trascorrere lo stesso tempo davanti allo specchio, molto preoccupata e dedita alla propria immagine, saremmo forse più giudicanti. Una donna di quell'età dovrebbe aver già raggiunto una certa sicurezza e determinazione rispetto alla propria immagine e percezione di sé. Quindi per distinguere un comportamento patologico da uno normale dovremmo contestualizzare quel comportamento nel qui ed ora, cioè nella fase del ciclo vitale che la persona sta vivendo.

Gli individui con disturbo Narcisistico di personalità hanno un'alta considerazione di Sé, sono convinti di essere speciali, superiori agli altri, mostrano un evidente bisogno di essere sempre al centro dell'attenzione, esagerano le proprie capacità e credono che chi gli sta intorno gli debba rivolgere un trattamento speciale, come se tutto fosse loro dovuto. Inoltre spesso sono invidiosi degli altri o pensano che gli altri siano invidiosi nei loro confronti.

La caratteristica peculiare delle persone che hanno questo disturbo è una tendenza al sentirsi superiori, cercando conferme continuamente, arrivando a sfruttare le relazioni interpersonali senza rendersene conto per sentirsi apprezzate e valorizzate. La “tragedia” che le affligge riguarda spesso il fatto che non riescono a mantenere dei rapporti affettivi a causa dell'insensibilità verso gli altri e della loro incapacità di amare. D'altra parte l'individuo narcisista si avvicina agli altri per usarli come oggetti al fine di raggiungere i propri scopi. Spesso la persona Narcisista interrompe una relazione dopo un breve tempo, o quando l'altro inizia a fare richieste emergenti dai propri bisogni. Accompagnarsi ad un “Narciso” può essere una lunga ed inesorabile discesa verso gli inferi, arricchita da momenti di di solitudine, confusione e disistima di sé.

Possiamo distinguere due tipologie di individuo Narcisista:

  • Il Narcisista Inconsapevole: colui che tenta di impressionare gli altri con i suoi talenti e capacità, ed è concentrato su sé stesso in modo evidente. Può essere aggressivo e arrogante avendo bisogno di essere al centro dell'attenzione. E' apparentemente impermeabile all'idea di poter venire ferito dagli altri.

  • Il Narcisista Ipervigile: tenta di mantenere la sua autostima evitando situazioni che potrebbero renderlo vulnerabile, studia attentamente gli altri per apparire “come si deve”. E' molto sensibile e viene scalfito dalle reazioni altrui; è schivo, fino ad eclissarsi in alcuni casi. Evita di essere al centro dell'attenzione, osservando sempre gli altri per poi sapere come comportarsi. Ascolta molto le altre persone per riuscire a coglierne critiche che evidenzino le proprie difficoltà e mancanze. Il narcisista Ipervigile si sente ferito facilmente, provando spesso sentimenti di vergogna o di umiliazione.

In genere le persone che hanno un disturbo di tipo narcisistico richiedono una terapia quando sono nella fase depressiva, quando sentono di essere costantemente insoddisfatte. Nel caso in cui venga richiesto un trattamento, un approccio di tipo psicodinamico, potrebbe essere utile; per approfondire le tematiche della grandiosità del Sé e riequilibrare l'autostima, sebbene sia molto difficile modificare una struttura di personalità così solida. L'empatia è un punto chiave della terapia. Contemporaneamente alla terapia individuale, può essere molto efficace una terapia con la presenza delle figure genitoriali e parentali, così da riattivare e risollevare la fallita relazione genitore/figlio tramite tecniche più esperienziali ed espressive.

Consiglio:

  • Shakespeare “La dodicesima notte”

  • M. Mazzantini “Non ti muovere”

 

Dott.ssa Ilaria Buccioni

 

 Dott. ssa Ilaria Buccioni, Psicologa Psicoterapeuta - Terapeuta EMDRParent Coaching 

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